
critiche d’arte-ritagli 2
21 Aprile 2020IL PENSIERO
L’immaginazione ha certamente un rapporto sensibile con la coscienza ma la precede in quanto il suo” essere” (la coscienza) attinge alla esperienza collettiva, cioè al versante empirico-astratto e non a quello razionalistico che si colloca ovviamente a posteriori. tutto do’ che precede la coscienza fa parte delle impressioni sensibili che interessano le percezioni primarie (preconcettuali): la secondarieta’ delle immagini rispetto alle percezioni e’ un fatto scientificamente accettato e consolidato tanto che la natura delle immagini stesse puo’ essere individuata soltanto se messa a confronto con il fattore percettivo e la sua dipendenza. kant, a tal proposito, ha affermato che la stessa conoscenza percettiva sarebbe di per se’ stessa impotente senza una sintesi immaginazione-coscienza. il livello della maggiore o minore intensita’ coscienziale e’ tipicamente psicologico, per via della variabilita’ d’ogni presa di coscienza come luogo in cui si manifesta l’essenza stessa delle cose. Ne viene di conseguenza che il concetto dl realta’ (a conferma della tesi kantiana) non e’ altro che la sintesi del “percetto” dell’immaginazione, nei vari livelli esplicativi. la sintesi risolve dunque, attraverso la coessenzialita’ la relazione percezione-immagine, ma si pone a fronte del dato reale, in senso dualistico a seconda , come gia’ detto, del grado di vivacità del percetto originario sia che si fermi all’apparenza esteriore delle cose, o ne penetri l’essenza vera interiore, determinando cosi’ una distinzione qualitativa dei campi: quella irreale dell’apparenza e quella realistica della sostanza dell’essere in se’ l’ 1mmaginaziione vive dunque nell’ambito di una mera possibilita’ e ambiguita’ ove il “c o g i t o” cartesiano non riconduca alla insc1ndibile unita’ dell’essere colto come infinita soggettività dello spirito pensante e non si inserisca nella” a s 5 en z a” preconcettuale. del resto anche Sartre nel suo “ imaginare” ricorda che l’immaginazione artistica per determinarsi a livello fruitivo deve tradursi in oggetto (istanza) di percezione seppure simbolica. L’arte condotta sui binari di un simbolismo moderno, frutto di una coscienza percettiva ed altri fattori noematici correlati che hanno aggancio con la vita vissuta e con i rapporti intersoggettivi u o m o - m o n do hanno oggi ,piu’ che mai, specularita’ con i tempi sovvertitori che viviamo. La flagranza del percetto, l’idea, il concetto, l’immagine germogliata nell’intimità’ dell’artista partecipe e cosciente , danno vita e senso attraverso l’oggettività’ dell’opera a quel “ an a l o g o n” che e’ sotteso nella sjnbologia che tende ad evocare a svelare la realtà ”a l t ra” del mondo.Mario Di Cara
MANIFESTO D’ARTE CONTEMPORANEA
NOI OPERATORI D’ARTE,moralmente impegnati con i più vitali problemi socio-culturali, al fine di raggiungere nuove mete espressive e una nuova prospettiva dialettica su strade più feconde di quelle indicate dalle teoresi estetiche sostenitrici della “non forma” che hanno creato non certezze ma disorientamento e nuove inquietudini nel mondo dell’Arte, AFFERMIAMO di credere ancora nella validità formale e contenutistica dell’opera fattuale a livello creativo e PROPONIAMO all’opinione pubblica, quale alternativa alla sterilità comunicativa della “non oggettualità” e di altre tendenze dissolutive collaterali, il PERCETTIVISMO quale tendenza poetica d’ispirazione neo-simbolista che riteniamo debba collocarsi tra le esperienze più significative della stagione artistica d’oggi e come mezzo estetico ed espressivo più adatto agli uomini e alla cultura del nostro tempo. Il PERCETTIVISMO si oppone programmaticamente, oltre ad ogni vuoto sperimentalismo, particolarmente al COMPORTAMENTISMO antioggettuale in quanto incorpora il prodotto d’arte nei propri compiti creativi , per fare di esso il proprio mezzo di espressione e anche di probante verifica etico-estetica dei fatti e delle cose che interessano l’UOMO , ricercando nei limiti di utilizzazione al livello dello spirito e in armonia ai tempi che si rinnovano. IL PERCETTIVISMO; attraverso la visione del pensiero simbolico, intende dare maggiore impulso al processo evolutivo di conoscenza guardando alla realtà presente, con un fine autenticamente umano, promuovendo lieviti nuovi e nuovi campi visivi significanti nella propria immediatezza evocatica e comunicativa, agganciata alla misura dell’uomo e alla fenomenologia esistenziale. IL PERCETTIVISMO nella sua poetica ispirata alla libera percezione immaginativa husserliana , scruta la realtà dal di dentro del mondo dell’uomo, nella sua essenza in rapporto alla realtà sentita, avvertita come “assenza-presenza” per dare della realtà stessa un’immagine più veritiera di quella comunemente intesa attraverso esperienze scontate e tradizioni mitiche. NOI PERCETTIVISTI, consapevolmente convinti della necessità di un linguaggio che dia definizione e forma al libero pensiero creativo e alla conseguente rimessa in valore della fattualità artistica, come insostituibile mezzo di espressione e veicolo di nuove significazioni della realtà e della umana ragione RIFIUTIAMO ogni tipo di pensiero e ogni comportamentismo gestuale che viva nella poetica negatrice della “forma d’arte” , che nulla determina per un vero e quanto indispensabile processo veritativo del mondo interiore ed esteriore dell’ UOMO, e PROPONIAMO una svolta decisiva e responsabile degli operatori d’arte in armonia con i tempi che viviamo.Una svolta che dia il frutto di opere autonome, ma valide, fondate sulla concezione assiomatica IDEA-OPERA-COMUNICAZIONE, dando cioè corpo alle idee medianti immagini formalmente originali, significanti, espresse e vissute in tensione creativa dove l’ARTE , appunto, trova la sua vera ragione d’essere e di sopravvivere a livello intersoggettivo, nel rendere visibile il modo delle cose che trascende la comune esperienza, al di la di ogni vuoto sperimentalismo fine e a se stesso.Roma, 25 marzo 1975